Come costruire una puntatrice elettrica

Chiunque si diletti a costruire oggetti in ferro avrà sicuramente nel proprio garage-officina una saldatrice ad arco ovvero le comuni saldatrici ad elettrodo rivestito.
Potrebbe però capitarci di dover unire tra loro dei pezzi di sottile lamiera da 1mm o anche meno.

Bene, a prima vista si potrebbe pensare che la saldatrice tuttofare possa esserci di aiuto.
Purtroppo però basta avvicinare l’elettrodo al sottilissimo foglio di lamiera per vedere quest’ultima sciogliersi e bucarsi da una parte all’altra in meno di un secondo!
Il motivo è abbastanza semplice, le lamiere sottili richiedono una saldatura particolare detta a punti da realizzarsi con apposita macchina….la puntatrice.

Nella comune saldatrice un arco elettrico si innesca tra i pezzi da saldare e l’elettrodo.
E’ lui che contiene il materiale d’apporto e quindi si consuma durante la saldatura.
L’elevata temperatura raggiunta dall’arco di oltre 1500 °C trasforma piano piano l’elettrodo in goccioline di ferro liquido che vanno a depositarsi formando la saldatura vera e propria.

Nella saldatura a punti invece i due pezzi vengono sovrapposti e pressati tra due grossi puntali di rame. Se facciamo passare una corrente molto elevata e per di più applicata tutta in un unico punto rapidamente i pezzi fonderanno assieme senza nessun arco elettrico o luce accecante.
Per di più i puntali non prendendo parte alla saldatura non si consumano e non richiedono di essere sostituiti.
Tutto qui! Facile vero?

Dobbiamo però trovare qualcosa in grado di erogare, anche se per pochi secondi, una corrente molto elevata, di valore davvero insolito per le applicazioni domestiche, diciamo di almeno 250 Ampere.

Siccome a noi serve solo corrente, tanta corrente, è nostro interesse che la tensione sia la più bassa possibile, intanto per non dissipare una potenza esagerata ma soprattutto per motivi di sicurezza in quanto dovremo poter tenere con le nostre mani i pezzi da saldare (ovviamente metallici quindi conduttori) senza…..restarci secchi.
Una tensione di qualche Volt sarà più che sufficiente.

Scartate subito le batterie al piombo-acido da automobile che in verità fornirebbero correnti ben più alte al prezzo però di notevole surriscaldamento e rischio di esplosione, un tantino pericolosa anche per via dell’acido:) non resta che procurarsi questa corrente da qualche altra parte. Una buona idea sarebbe dalla rete elettrica di casa alla tensione di 220V.

Ma abbiamo detto che vogliamo pochi Volt quindi sarà necessaro abbassare la tensione!
Le macchine elettriche che modificano il valore della tensione sono i TRASFORMATORI.
Molto brevemente un trasformatore appare come un pezzo di ferro realizzato con tanti lamierini tenuti assieme e da due avvolgimenti di filo di rame. Il primo avvolgimento detto PRIMARIO andrà collegato alla rete elettrica a 220V mentre l’altro, il SECONDARIO fornirà la corrente che serve a noi.
Da notare che non c’è nessun collegamento elettrico tra i due avvolgimenti che sono anche fisicamente distinti e separati quindi la corrente che otterremo non avrà nulla a che fare con quella della rete elettrica di casa (che è pericolosa), questo a tutto vantaggio della nostra sicurezza.

Nei trasformatori vale la regola che se vogliamo una tensione elevata dovremo avvolgere tante spire di filo di rame mentre se vogliamo un elevata corrente dobbiamo usare un filo molto grosso.
Se lo spazio a disposizione è sempre quello le due cose sono in contrapposizione.

Non fate caso ai numeri perchè sono indicativi!

– Se abbiamo tante spire di filo sottile avremo ALTA TENSIONE ma BASSA CORRENTE
(es. 2000 spire con filo da 0.5mmq => 2000V 1A)
– Se abbiamo poche spire di cavo grosso avremo BASSA TENSIONE ma ALTA CORRENTE
(es. 3 spire con filo da 50mmq => 3V 500A)

Evidentemente a noi interessa la seconda soluzione.
Costruire un trasformatore non è per niente facile, farselo costruire potrebbe risultare molto costoso.
La cosa migliore è recuperarne uno da qualche ferrovecchio e modificarlo a nostro piacimento!
Tanto ormai abbiamo capito che cosa dobbiamo fare giusto?
La migliore fonte di trasformatori che fanno al caso nostro sono i vecchi forni a microonde.
Si trovano a costo zero e il trasformatore (detto MOT) è agevolmente modificabile.

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Recuperato il MOT la prima cosa da NON FARE è collegarlo alla rete elettrica per provarlo!
Esso fa parte della 1° categoria di trasformatori con uscita in alta tensione di circa 2000V, una tensione del genere risulta pericolosissima con effetti quasi sicuramente LETALI in caso di contatto accidentale.
A NULLA SERVE IL SALVAVITA che è collegato alla rete 220 che è un circuito totalmente separato dal secondario a 2000V. Il salvavita vede il trasformatore come un semplice carico e non riesce a vedere cosa sta succedendo oltre.
Ne consegue che se il secondario del MOT sta alimentando il forno a microonde oppure sta friggendo qualcuno per il salvavita quello è in ogni caso un carico regolarmente funzionante che sta assorbendo una corrente normale senza alcuna necessità di intervento!

Fatte le dovute raccomandazioni senza troppi giri di parole e premesso che la semplice lettura di questo articolo solleva il sottoscritto da qualsiasi responsabilità circa danni a cose o persone procediamo rimuovendo immediatamente l’avvolgimento secondario servendoci di un seghetto o flessibile facendo attenzione a non danneggiare il primario. Sono da rimuovere anche i pezzi di lamiera tra i due avvolgimenti e l’avvolgimento ausiliario di colore rosso solitamente.

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A questo punto procuriamoci un cavo di sezione più alta possibile basta che passi nel nucleo del trasformatore e facciamo due o tre spire. Un 50mmq è l’ideale. La lunghezza del cavo al di fuori del trasformatore deve essere la minima possibile per arrivare ai puntali, ogni centimetro in più sarà dannoso opponendo inutile resistenza al passaggio della forte corrente.

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I puntali sono la parte più importante della puntatrice, il punto di contatto con il pezzo da saldare.
E’ opprtuno che siano di rame pieno il quale non si trova facilmente. In alternativa due pezzi di tubo per termosifoni piegato, schiacciato e appuntito funzionerà ugualmente. I puntali hanno bisogno di essere fissati da qualche parte in modo da poter esercitare una certa pressione sui pezzi da saldare che facilita la saldatura.
Io ho riciclato una vecchia tappabottiglie opportunamente modificata.
Le foto chiariranno meglio di mille parole.
Il puntale inferiore è collegato elettricamente alla massa metallica della tappabottiglie che con un filo è collegata a terra per la nostra sicurezza. Il trasformatore è da chiudersi, per evitare contatti con parti elettriche sotto tensione di rete a 220V, in un contenitore metallico con delle fessure per la ventilazione, anche la carcassa di questo contenitore dovrà essere collegata a terra (il contatto centrale della spina).
La 220V sarà applicata al primario del trasformatore interrompendo il circuito con un interruttore a pulsante (magari a pedale) che azioneremo per erogare la corrente.
E’ consigliabile applicare la corrente quando i puntali sono già stretti sui pezzi da saldare e quindi il circuito è già chiuso, questo per evitare scintille.

Concludo con un video che mostra di cosa è capace di fare una simile corrente applicata ad una moneta da 10 cent e infine un altro video con le foto che spiegano passo passo la modifica del trasformatore, il test su un chiodo d’acciaio che si illumina come una lampadina alogena e infine diventa liquido :D e la prova su due pezzi di lamiera da 1mm.

Con questo vi saluto e…..alle prossime!